18/10/2024 19:54:00

Open Arms, per Salvini la piazza e la medaglia di Orban

Leghisti e quattro ministri a Palermo. Assegnata una scorta al pm, sentenza il 20 dicembre
Open Arms, per Salvini la piazza e la medaglia di Orban

Alla fine di una giornata intensa cominciata con la scorta assegnata alla pm Giorgia Righi per le minacce via social seguite alla richiesta di sei anni carcere per Matteo Salvini, e proseguita con la manifestazione della Lega a Palermo - con quattro ministri in piazza - mentre l'avvocato Giulia Bongiorno faceva la sua arringa difensiva al processo Open Arms, lo sfogo dell'imputato Matteo Salvini arriva nel secondo pomeriggio con un video postato su X. "Il 20 dicembre, prima di Natale, scoprirò se per i giudici di Palermo sono colpevole di sequestro di persona perché ho bloccato gli sbarchi di clandestini o se sono semplicemente una persona che ha fatto il suo lavoro e ha difeso il suo Paese. Conto che venga presa in considerazione la realtà e non la fantasia", dice Salvini, sullo sfondo il mare del molo trapezoidale di Palermo. Quindi attacca la giustizia, almeno una parte, sottintendendo il riferimento alla pronuncia dei giudici sul trattenimento dei migranti in Albania: "Siamo in mano a giudici che fanno politica di sinistra pro-migranti e pro-ong, che cercano di smontare le leggi dello Stato". Segue l'invito al vetriolo: "Questi giudici, non tutti, candidatevi alle elezioni se non vi va bene niente di quello che fa il governo o se ritenete che i confini dello Stato siano qualcosa di superato". Poi la chiosa: "Però non mi fate paura da nessun punto di vista, quindi ci vediamo venerdì 20 dicembre", quando è prevista la sentenza del processo. Dalla sua parte il premier ungherese, Viktor Orban, che con un post gli ribadisce pieno sostegno.

 

"Siamo con te, amico mio. Salvini merita una medaglia per aver difeso l'Europa", scrive Orban condividendo su X la foto dell'ingresso di Salvini nell'aula bunker del Pagliarelli. Al suo fianco, nella piazza di Palermo, anche quattro ministri su cinque del governo Meloni, manca solo Matteo Piantedosi: Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli. Una presenza che scatena la reazione della leader del Pd Elly Schlein. "E' vergognoso che i ministri scendano in piazza contro la magistratura". Circondati dai cronisti in piazza, i ministri si sfilano dalle domande considerate provocatorie. "Ho il legittimo diritto di venire a manifestare non contro qualcosa ma a sostegno di Salvini", risponde Calderoli, secondo cui il leader della Lega "dovrebbe essere premiato no punito o peggio ancora condannato". Anche Valditara glissa sul presunto scontro istituzionale con la magistratura: "Credo di essere un cittadino libero che va dove ritiene di dovere andare, manifestare la solidarietà a Salvini credo sia un atto doveroso per chi crede nella sua politica".

 

Ancora più ermetico Giorgetti: "Sono qui primo perché ero al governo con lui in quel momento, secondo perché sono della Lega come lui", dice e poi si rintana in un ristorante, circondato da alcuni leghisti tra cui la ministra Alessandra Locatelli, per andare poi va via da una uscita secondaria. In piazza Politeama non c'era la folla inneggiante anche perché la scelta della Lega, su suggerimento dell'avvocata Giulia Bongiorno che aveva avvertito "di non avvelenare il clima", era stata quella manifestare non contro la magistratura ma per esprimere solidarietà a Salvini. E così mentre la legale, con il vice premier al suo fianco, faceva la sua arringa sostenendo la legittimità dell'azione di Salvini, i dirigenti del Carroccio hanno fatto quadrato attorno al Capitano. "Colpevole di avere difeso l'Italia, art.52 la difesa della patria è sacro dovere dei cittadini #iostoconSalvini", è stata la scritta, fronte/retro, sulle maglie nere indossate da gran parte dei leghisti, tra cui Calderoli, mentre gli altri tre colleghi hanno preferito un low profile. "Salvini va assolto perché il fatto non sussiste", ha detto in conclusione della sua arringa in aula l'avvocato Bongiorno, che ha difeso la scelta dell'ex ministro degli Interni di "tutelare i confini dello Stato" e cercando di smontare punto per punto la tesi dei pm. "Noi non abbiamo mai incitato al carcere per Salvini, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo per nessuno; al contrario di Salvini che invece non si è mai stancato di chiedere il carcere per noi", commenta Laura Marmorale di Mediterranea Saving Humans, tra le parti civili.

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