Dissidente in galera in Egitto, madre in Gb non mangia da 2 mesi
Non si ferma nel Regno Unito la
protesta accorata di Laila Soueif, madre di Alaa Abdel Fatta,
noto oppositore egiziano con passaporto anche britannico che
langue in galera in Egitto da anni in base ad accuse che i suoi
sostenitoridenunciano come politicamente motivate. La donna,
che vive a Londra, è in sciopero della fame da ormai due mesi e
non intende cedere fino a quando per il figlio non si apriranno
spiragli di liberazione.
Oggi è stata finalmente ricevuta, con due sue figlie, da
David Lammy, ministro degli Esteri del governo di Keir Starmer,
che le ha promesso d'intensificare le pressioni sul Cairo; ma
senza poter dare evidentemente rassicurazioni tali da indurla a
desistere. "Sono in sciopero della fame e resto in sciopero
della fame", ha dichiarato con un filo di voce ai giornalisti
dopo l'incontro. Soueif, insegnante di matematica in pensione,
ha 68 anni esopravvive da 8 settimane bevendo tè o caffè e
assumendo sali e poco altro per reidratarsi.
Alaa Abdel Fattah, scrittore, blogger e animatore di campagne
pro-democrazia, è indicato da varie organizzazioni dei diritti
umani - fra cui Reporter Senza Frontiere - come un dei
"prigionieri politici" più perseguitati dell'Egitto, Paese retto
col pugno di ferro sotto la presidenza del generale Abdel Fattah
al-Sisi: peraltro interlocutore, e alleato in Medio Oriente,
dello stesso governodi Londra come di quelli di altri Paesi
occidentali. E' incarcere dal settembre 2019, essendo stato
riarrestato appena sei mesi dopo aver finito di scontare una
precedente condanna a 5 anni, pur senza aver commesso - secondo
attivisti e familiari - alcun reato legalmente provato, "né aver
avuto un processo equo". "La sua vita è sospesa da 11 anni, non
si può andare avanti così", ha detto lamadre alla Bbc il mese
scorso.