12/12/2024 15:14:00

L'Ara Pacis celebra l'opera omnia di Franco Fontana

La carriera del maestro modenese in oltre 200 foto
L'Ara Pacis celebra l'opera omnia di Franco Fontana

(Di Laura Valentini) Oltre 200 fotografie disseminate in uno spazio immersivo che raccontano la storia e la carriera di Franco Fontana, che con le sue linee e i suoi paesaggi geometrici in grandissima parte a colori è divenuto uno dei fotografi italiani più celebri a livello internazionale. E' il percorso proposto dalla mostra che con il titolo 'Franco Fontana. Retrospective' apre al pubblico domani 13 dicembre al Museo dell'Ara Pacis a Roma dove rimarrà sino al 31 agosto 2025.
    "Fontana è stato il precursore della fotografia a colori in un momento in cui i fotografi utilizzavano quasi solo il bianco e nero" sottolinea la Direttrice dei Musei civici della Sovrintendenza capitolina, Ilaria Miarelli Mariani, presentando la mostra che è la prima grande esposizione monografica dedicata in Italia al maestro modenese, classe 1933. Curata da Jean-Luc Monterosso, la mostra guida il visitatore alla scoperta dell'universo creativo del fotografo svelandone aspetti inediti e ripercorrendone l'evoluzione a partire dai paesaggi naturali e urbani che caratterizzano gran parte della sua produzione fin dagli anni Sessanta. "Come ho iniziato a fare il fotografo? Sono stato fecondato da me stesso, da quel che ho visto e ho pensato; quando ho fatto il militare - spiega Fontana - c'era uno che faceva foto, mi piaceva e ho cominciato a farle anch'io, all'inizio nel tempo libero poi pian piano a tempo pieno.
    Vendendo un'attività che avevo all'epoca sono stato in grado per qualche anno di girare e conoscere gente: la fotografia è diventata importante, ha dato significato alla mia vita e mi ha portato qui davanti a voi che mi donate parte del vostro tempo come io lo dono a voi". Una reciprocità che ha caratterizzato anche la sua opera: "non sono un fotografo di paesaggi o di persone, fotografo quello che la vita mi porta e che rappresenta a 360 gradi quello che siamo: se fotografo un paesaggio io divento il paesaggio e lui diventa me, è una fusione" dice ancora il maestro che non rinnega le foto fatte per i giornali, anche di moda, perché "ho fotografato quello che mi pareva". Ma, avverte, "c'è una grossa differenza fra la fotografia di committenza e quella di ispirazione. Io sono quello che vedete qui". Rivendica la scelta forte delle foto ai colori: "il bianco e nero è tutto inventato.. Chi vive una vita in bianco e nero ha una bella sfortuna" sorride, mentre tra pellicola e digitale non ravvisa una grande differenza: "Faccio foto come se usassi ancora la pellicola, a me interessa il risultato". E tra paesaggi naturali, ombre, acqua, il viaggio nella mostra porta il visitatore a ripercorrere, dice Monterosso, fondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, "un panorama di oltre 60 anni della carriera di Fontana che ha sperimentato un po' di tutto" a partire dalla scelta della pellicola, l'Ektachrome, meno cara della Kodachrome ma soprattutto dalla sviluppo meno elaborato, fattibile anche a Modena. A segnare la carriera del fotografo e la sua produzione artistica è la pubblicazione nel 1978 del volume Skyline. La mostra prosegue con una serie di scatti di paesaggi naturali catturati nelle varie sfumature delle quattro stagioni: mare, neve e pianure verdeggianti che culminano nella celebre immagine 'Puglia 1978'divisa in due blocchi di colori contrastanti, azzurro del cielo e giallo del grano. Il percorso di visita continua con fotografie che danno conto dello studio sull'ombra del maestro. Nel 1979 Ralph Gibson invita i più influenti fotografi dell'epoca a contribuire al libro Contact Theory con un intero rullino in bianco e nero. Fontana accetta la sfida e sceglie come soggetto il Palazzo della Civiltà Italiana dell'Eur creando operecaratterizzate da un'atmosfera metafisica che quasi evoca i dipinti di De Chirico. Queste opere introducono una serie di scatti realizzati in Francia e in Asia che catturano persone in contesti urbani come Parigi 1994 e Tokio 1983. E poi ancora l'acqua e in particolare quella della piscina, un spazio esplorato da Fontana tra il 1982 e il 1987 con dipinti che celebrano la luce e i colori della California.
    Un tema esplorato anche dal pittore americano Edward Hopper ma con una vena più malinconica. Per Fontana la piscina è anche un'occasione per esaltare la bellezza delle forme femminili realizzando immagini di una sensualità discreta, che troverà nell'utilizzo della Polaroid la sua massima espressione.
   
   

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