Papa: 'A Gaza bombe sui bambini, è crudeltà'. Tel Aviv: 'Ignora le violenze di Hamas'
Il Papa è raffreddato e domani (domenica) reciterà l'Angelus dalla cappella di casa Santa Marta, anche in vista dei tanti impegni che lo attendono la prossima settimana. Oggi ha invece mantenuto l'impegno dello scambio di auguri con la Curia e con i dipendenti vaticani. Ed è nel discorso ai suoi più stretti collaboratori che ha lanciato l'accusa contro Israele, senza tanti giri di parole: "Ieri il Patriarca" Latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, "non l'hanno lasciato entrare a Gaza, come avevano promesso; e ieri sono stati bombardati dei bambini. Questo è crudeltà. Questo non è guerra. Voglio dirlo perché tocca il cuore", ha detto Papa Francesco prima di iniziare il suo discorso. Il ministero degli Esteri israeliano replica a Papa Francesco che oggi ha condannato gli attacchi aerei israeliani a Gaza. "La crudeltà è quando i terroristi si nascondono dietro i bambini mentre cercano di uccidere i bambini israeliani; la crudeltà è quando i terroristi prendono in ostaggio 100 persone per 442 giorni, tra cui un neonato e dei bambini, e abusano di loro", precisa il ministero in una nota. "Purtroppo il Papa ha scelto di ignorare tutto questo, così come il fatto che le azioni di Israele hanno preso di mira i terroristi che hanno usato i bambini come scudi umani". Lo riporta The Times of Israel. Israele ha accusato Papa Francesco di "doppi standard" dopo aver condannato il bombardamento di bambini a Gaza come "crudeltà" a seguito di un attacco aereo che ha ucciso sette bambini di una famiglia. "Le osservazioni del Papa sono particolarmente deludenti in quanto sono scollegate dal contesto reale e fattuale della lotta di Israele contro il terrorismo jihadista, una guerra su più fronti che gli è stata imposta a partire dal 7 ottobre", ha affermato in una dichiarazione il ministero degli Esteri israeliano. "Basta con i doppi standard e con l'individuazione dello stato ebraico e del suo popolo".
A stretto giro è arrivata la replica dell'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede: "Contrariamente alle false accuse pubblicate oggi sui media, la richiesta del Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, di entrare a Gaza è stata accolta, come già avvenuto in passato e secondo le sue preferenze".
Il Pontefice è preoccupato per la situazione a Gaza, tutti i pomeriggi telefona alla parrocchia della Sacra Famiglia. Conosce il dolore e la paura di quella gente, tanto da avere detto di recente che occorre verificare se nella Striscia si possa parlare di genocidio. "A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio.
Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s'inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali", erano state le parole del Papa.
Gli appelli di Francesco per la pace ormai non si contano più e nelle sue parole la prima attenzione è per i civili, soprattutto i bambini, i primi a soffrire per i conflitti in corso nel mondo.
Nel discorso ai membri della Curia il Papa ha poi chiesto di "benedire" e non "maledire". "Dobbiamo essere coerenti: non possiamo scrivere benedizione e poi parlare male del fratello e della sorella".
Nell'incontro con i dipendenti, oggi visibilmente meno partecipato rispetto agli anni scorsi, Papa Francesco ha teso una mano. Tanti i malumori emersi negli ultimi tempi dopo gli annunci che, visti i contri non floridi della Santa Sede, anche i lavoratori dovranno stringere la cinghia. "Se qualcuno ha qualche difficoltà speciale, per favore parlate, per favore ditela". "Noi vogliamo risolvere tutte le difficoltà e questo si fa con il dialogo" e "non gridando o tacendo". L'associazione dei dipendenti ha accolto l'invito ma ha anche sottolineato: "Da sempre l'associazione propone agli organi di governo di intavolare un confronto leale e franco ma la risposta, in molti casi, è un assordante silenzio".
Domani dunque il Papa resterà a casa "anche in vista degli impegni della prossima settimana", ha fatto sapere la sala stampa vaticana. I fedeli potranno seguire la preghiera dell'Angelus attraverso i maxi-schermi a Piazza San Pietro.