Giovanna Ralli, 90 anni di bellezza, quella vera
(di Elisabetta Stefanelli)
A ottant'anni, nel 2015, aveva
annunciato il ritiro ("Anche se sono coetanea di Sophia Loren,
anzi più piccola di 4 mesi, io gli 80 anni li ho già compiuti e
così mi ritiro", disse allora a Taormina) per poi tornare nel
2022 in Marcel! diretta da Jasmine Trinca all'esordio alla
regia. Poi ad 88 anni, altrettanto commossa, Giovanna Ralli ha
ricevuto il secondo David di Donatello - questa volta alla
carriera - dopo due Nastri d'argento, ed ora che di anni il 2
gennaio ne fa 90 non ha certo bisogno di altre consacrazioni.
Romanissima, nata a Testaccio il 2 gennaio 1935, inizia a
recitare prestissimo e viene diretta dai più grandi registi del
cinema italiano in oltre sette decadi di storia, da Monicelli a
Scola, da Rossellini a De Sica, da Francesca Archibugi a Paolo
Genovese. E anche al fianco di attori come Gassman, Fabrizi,
Totò, Manfredi, Sordi, Tognazzi, Mastroianni. Dal cinema al
teatro (da bambina ha recitato anche nella compagnia di De
Filippo), alla tv in fiction popolari come Un prete tra noi, Ho
sposato uno sbirro e Tutti pazzi per amore. In tutto oltre 65
tra film e serie tv, per 75 anni di carriera.
Dopo gli esordi prestissimo (ha anche un piccolo ruolo ne I
bambini ci guardano di Vittorio De Sica) e una serie di parti
nel ruolo di donna affascinante dovute alla sua bellezza, si
lega sentimentalmente a Sergio Amidei ed incontra Roberto
Rossellini che la sceglie per ruoli drammatici in tre film
importanti: Il generale della Rovere (1959), Viva l'Italia
(1960) e Era notte a Roma (1960).
"Da Rossellini ho imparato moltissimo - ha detto in
un'intervista -, Scola è stato un grande maestro nel dirigere
gli attori, mentre a Garinei e Giovannini devo tutto per il
teatro e fecero scrivere per me la canzone 'Domenica è sempre
domenica', che dopo due anni diventò la sigla del Musichiere".
Quando pensa alla sua carriera fa un salto indietro nel
tempo, "a quando mi alzavo alle quattro di mattina per andare a
Cinecittàa fare la figurante. Poi nel 1950 arrivò Luci del
varietà (di Alberto Lattuada e Federico Fellini, in cui una
sconosciuta Ralli è una ballerina in coppia con un'altrettanto
sconosciuta Sofia Loren, ndr) e poi ancora Villa Borghese di
Gianni Franciolini, film in sei episodi che ebbe un successo
enorme e mi fece capire che dovevo continuare questa carriera e
che dunque dovevo studiare".
Studiare come quando, nel 1964, Blake Edwards, vedendo il
film Se permettete parliamo di donne, le propone un provino.
"Partii per Los Angeles in nave e feci la traversata studiando
inglese con una coach. Ero l'unica donna sul set e avevo come
camerino una roulotte leopardata lunghissima, ma lavorare
all'estero non è per me, devi sapere la lingua e ci vogliono
dieci anni". Ed infatti lì resisterà appena otto mesi, per
fortuna confortata dalla compagnia di Virna Lisi, tentata come
lei dai set di Hollywood. Se le si chiede però quale sia stato
il personaggio più amato risponde ricordando quella Elide
Catenacci di C'eravamo tanto amati di Ettore Scola che le valse
anche un Nastro d'argento come migliore attrice non
protagonista. "È il carattere che mi ricorda piùme stessa, era
una donna che, proprio come me, non sapeva se mettere l'acca
prima o dopo la o".
Dopo tante commedie, anche sexy per l'attitudine del tempo e
la sua indiscussa bellezza - si concede anche un servizio su
Playboy - nel 1980 torna al personaggio che più l'ha resa
celebre ed amata, quello della romana di carattere e senza peli
sulla lingua in Arrivano i Bersaglieri di Luigi Magni. Nel 1977
intanto è arrivata al suo fianco quella che ha definito più
volte la persona più importante della sua vita, il marito,
l'avvocato matrimonialista Ettore Boschi, a cui rimarrà legata
per 38 anni fino alla morte di lui nel 2013. "L'amore per me
resta la cosa più importante della vita e considero amore anche
l'amicizia. Non si può vivere senza".
Rimpianti? "Quello di non aver avuto figli, ho cominciato a
lavorare troppo presto".