Violento terremoto in Tibet, tanti i morti e i dispersi
Il Tetto del mondo è tornato a tremare con estrema violenza. Un terremoto di magnitudo 6,8 ha scosso questa mattina buona parte dell'Himalaya a partire dal Tibet, la vasta regione della Cina occidentale, causando almeno 126 morti e circa 200 feriti, di cui una trentina in condizioni gravi, secondo il bilancio diffuso in tarda serata dai media statali di Pechino. Mentre procedono, malgrado le temperature scivolate sotto lo zero, le operazioni di soccorso alla ricerca dei numerosi dispersi intrappolati sotto le macerie, in linea con gli "sforzi totali" richiesti dal presidente Xi Jinping "per salvare vite e ridurre al minimo le vittime", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Il sisma principale, registrato alle 9.05 locali (2.05 in Italia) e di magnitudo 7.1 per lo Us Geological Survey, ha avuto l'epicentro nell'altopiano remoto vicino al confine con Nepal e Buthan, nella contea di Tingri, ha riferito il China Earthquake Networks Center, ed è stata avvertita anche in India. La regione è scarsamente popolata, ma piccoli villaggi sono incastonati nelle valli himalayane difficili da raggiungere. Le squadre di soccorso, tra cui l'aeronautica militare cinese, si sono unite alle operazioni, ha riferito l'emittente statale Cctv, in un'area in cui si stima vivano circa 6.900 persone in 27 centri nel raggio di 20 chilometri dall'epicentro. La città più vicina è quella santa di Shigatse, 800mila abitanti, a circa 180 km di distanza: è la sede tradizionale del Panchen Lama, la figura spirituale del buddismo tibetano seconda solo al Dalai Lama. Che, dal suo esilio indiano, ha manifestato dolore e si è detto "profondamente rattristato" per le vittime, offrendo "preghiere per coloro che hanno perso la vita" ed estendendo "gli auguri per una rapida guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti". Diversi i messaggi di solidarietà dei leader internazionali inviati a Xi, tra cui quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto esprimere "le più sincere condoglianze del popolo italiano e le espressioni dei miei personali sentimenti di cordoglio", nonché vicinanza "al lutto dell'amico popolo cinese e, in particolare, al dolore delle famiglie di quanti hanno perso la vita". Anche il capo del Cremlino Vladimir Putin ha rimarcato che la Russia "condivide il dolore" della Cina per il terremoto che ha colpito il Tibet. I video postati sui social media mandarini hanno mostrato scavi tra le macerie anche a mani nude, tetti danneggiati, vetrine di negozi e detriti ammucchiati sulle strade e centinaia di case nelle aree più remote costruite con i metodi tradizionali di mattoni, pietre e travi in legno che sono crollate o che si sono sbriciolate. Con l'altitudine media di 4.500 metri, la contea di Tingri ospita un campo base per la scalata alla vetta del pianeta, il monte Everest: l'ufficio turistico locale ha chiuso l'ingresso a una delle più popolari area panoramiche. L'inverno non è la stagione più gettonata, ma diversi turisti cinesi visitano la zona per ammirare le viste mozzafiato sull'Himalaya. Nel distretto di Solukhumbu in Nepal, appena oltre il confine con la contea cinese dell'epicentro, le scosse hanno riportato alla mente il devastante terremoto di magnitudo 7.8 che colpì la capitale Kathmandu nel 2015, uccidendo circa 9.000 persone e ferendone migliaia. Il Tibet, da diversi anni menzionato con il nome mandarino di Xizang dalle autorità di Pechino, resta tra le regioni più riservate e politicamente sensibili della Cina e l'accesso ai visitatori stranieri è ancora limitato. Il governo centrale ha tenuto una forte presa sulla regione dopo che il Dalai Lama fuggì in India nel 1959 a seguito della rivolta fallita contro il dominio cinese, aumentando la stretta negli ultimi anni.