Onu, minacce Trump? Carta molto chiara su sovranita'
"Abbiamo a che fare con un'amministrazione americana per volta. E la questione riguardo sovranita' e integrita' territoriale e' ampiamente trattata nella Carta Onu che tutti gli stati membri hanno firmato". Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric, rispondendo ad una domanda dell'ANSA dopo che il presidente eletto Donald Trump ha ribadito il desiderio che gli Stati Uniti acquisiscano la Groenlandia e il Canale di Panama, e non ha escluso l'uso della forza militare o economica a questo proposito. Il presidente eletto degli Stati Uniti torna a insistere sull'annessione del Canada e nella notte ha condiviso una nuova mappa degli Stati Uniti, che incorpora il Canada come suo territorio. Su Truth Trump ha condiviso una mappa che mostra il Canada come parte degli Stati Uniti e ha scritto: "Oh Canada!". In un altro post l'immagine degli Stati Uniti e del Canada ricoperti dalla bandiera americana a stelle e strisce. Ieri il presidente eletto ha minacciato di usare la "forza economica" per annettere il Canada. Il primo ministro della Groenlandia Múte B. Egede ha intanto replicato alle minacce di Trump, di usare la forza per annettere l'isola: "La Groenlandia è dei groenlandesi. Ci tengo a ripeterlo" ha dichiarato, intervistato dall'emittente di servizio pubblico danese, DR, al suo arrivo all'aeroporto di Copenaghen ieri notte, definendo "gravi" le affermazioni di Trump e aggiungendo che per ora non intende rilasciare ulteriori dichiarazioni in merito. Il ministro degli esteri di Panama, Javier Martinez-Acha, ha respinto a sua volta le minacce di annessione avanzate dal tycoon: la sovranità del Canale di Panama "non è negoziabile, come ha già dichiarato il presidente, José Raúl Mulino", ha ribadito. "Voglio essere chiaro. Le opinioni del signor Trump, secondo cui avrebbe discusso di una somma di denaro, non sono vere e non è arrivato alcun tipo di offerta a questo governo e sia chiaro: il Canale appartiene ai panamensi e continuerà ad essere così", ha aggiunto parlando ai media panamensi. "Il presidente, José Raúl Mulino, aveva già chiarito che la sovranità del nostro canale non è negoziabile", ha detto il ministro, precisando che si tratta di "una conquista irreversibile" e che "fino al 20 gennaio, il governo degli Stati Uniti sarà guidato da Joe Biden. A partire dal 20 gennaio avremo rapporti con il signor Trump e il suo governo e Panama ha tutta l'intenzione di cooperare e mantenere ottimi rapporti con diversi governi" Sulle frasi di Trump è intervenuto anche il ministro degli esteri francese Jean-Noël Barrot, "escludendo" che l'Unione europea consenta ad altri paesi "di violare i suoi confini sovrani". La Groenlandia, ha detto Barrot su France Inter - territorio autonomo della Danimarca, è "un territorio dell'Unione europea. E' escluso che l'Ue consenta ad altre nazioni, quali che siano, di violare i suoi confini sovrani". La portavoce del governo francese, Sophie Primas, ha denunciato a sua volta "una forma di imperialismo", reagendo alle minacce di annessione della Groenlandia da parte di Donald Trump. "Ora più che mai - ha detto al termine del Consiglio dei ministri - dobbiamo, insieme con i nostri partner europei, essere coscienti, uscire da una forma di ingenuità, premunirsi, riarmarci". "L'inviolabilità delle frontiere è un principio fondamentale e vale per tutti". Lo ha detto il cancelliere Olaf Scholz, in uno statement tenuto all'improvviso in cancelleria a Berlino, riferendo di aver parlato con "una serie di capi di Stato e di governo" dopo le esternazioni di Donald Trump. E questo principio, ha spiegato, vale a prescindere da fatto che si tratti di paesi piccoli o grandi. "Le frontiere non possono essere spostate con la violenza", ha aggiunto. Scholz ha concluso che è importante che i partner europei siano "insieme" e agiscano uniti su questo. "Nei miei colloqui con i nostri partner è emersa con chiarezza una certa incomprensione per le attuali esternazioni arrivate dagli Usa", ha detto Scholz. Per la Germania "fa fede la Carta delle Nazioni unite" e il principio secondo il quale "le frontiere non possono essere modificate con la violenza", ha detto a sua volta il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit. Alla domanda se Berlino prenda sul serio queste esternazioni, Hebestreit ha aggiunto: "Non abbiamo intenzione di giudicarle, ne abbiamo preso atto". "Non entriamo nello specifico delle dichiarazioni" di Donald Trump. "E' chiaro che la sovranità degli Stati deve essere rispettata, e questo vale anche per il Regno di Danimarca", ha dichiarato invece una portavoce della Commissione Ue. "Noi vogliamo lavorare ad una forte agenda transatlantica", focalizzata "su una forte cooperazione su comuni interessi strategici", ha aggiunto. "Non abbiamo questo obiettivo di spesa nell'Ue". Lo ha detto una portavoce della Commissione Europea commentando la richiesta di Donald Trump di salire al 5% del Pil per la difesa degli alleati europei della Nato (la maggior parte dei quali fanno anche parte dell'Ue, ndr). "E' chiaro però che la minaccia della Russia ci spinge a fare di più ma non è solo una questione di quanto si spende ma di come si spende", ha aggiunto ribadendo che in Europa il livello di spesa militare ha toccato livelli record. "I regimi autocratici stanno avanzando in mezzo mondo. Il fascismo è già la terza forza politica in Europa e l'internazionale dell'ultradestra, guidata dall'uomo più ricco del pianeta, attacca apertamente le nostre istituzioni, attizza l'odio, fa apertamente appello ad appoggiare gli eredi del nazismo in Germania alle prossime elezioni che ci saranno nel più importante paese economico in Europa. E' una sfida che riguarda tutti noi che crediamo nella democrazia". Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez, intervenendo alla commemorazione del 50/mo anniversario della morte del dittatore Francisco Franco. Il presidente del governo spagnolo ha messo in guardia contro i totalitarismi ricordando che "la storia insegna che la libertà non si conquista mai in maniera permanente". E che solo "un secolo fa 14 delle democrazie che esistevano si convertirono in dittature, e i diritti e le libertà di un europeo su 3 e di 46 milioni di spagnoli si videro recisi". "Può di nuovo accadere", ha ammonito il leader socialista, accompagnato da tutti i membri del governo. "Non c'è bisogno di essere di destra o di sinistra per guardare con terrore ed enorme tristezza agli anni oscuri del franchismo e temere che questo accada di nuovo.. .Bisogna essere democratici", ha aggiunto nel corso della cerimonia inaugurale del 50/mo anniversario delle commemorazioni della morte del dittatore Francisco Franco, alla quale non ha preso parte il capo dello Stato Felipe VI, per motivi di agenda. Nel rispondere alle critiche del Partito Popolare e dell'ultraconservatore Vox, che hanno disertato la cerimonia, bollandola come "fumo negli occhi", Sanchez ha ricordato che "tutti i paesi hanno commemorato l'anniversario delle proprie democrazie e la fine delle dittature". Gli oltre cento atti previsti lungo il 2025 in tutta la Spagna e oltre i confini, attraverso le ambasciate e l'Istituto Cervantes, vogliono celebrare "l'inizio del cammino verso la libertà" e "un lungo processo di democrazia che ci ha consentito di diventare un Paese influente e riconosciuto nel mondo", ha proseguito il premier. E ha rimarcato "la grande trasformazione sociale, economica e politica" sperimentata dalla morte di franco nel 1975, richiamando "i numeri chiari e inappellabili" della dimensione del progresso fatto in così poco tempo, con "il reddito passato da 15mila euro pro capite nel 1975 alla morte di Franco, agli attuali 31mila euro. La speranza di vita cresciuta da 73 a 84 anni, la terza maggiore nel modo, e una democrazia consolidata che in tutti i ranking internazionali supera quella di Francia o Stati Uniti". La storica Carmina Gustaran, nominata dall'esecutivo commissario per la commemorazione, ha spiegato che si tratta di "iniziative aperte a tutta la cittadinanza", che "guarda verso il passato ma con i piedi ancorati nel presente" al fine di "valorizzare la democrazia in un momento in cui mostra segnali di retrocesso" e guardando soprattutto ai giovani, senza distinzione ideologica, di genere o di origine". "Vogliamo ricordare ciò che siamo stati, celebrare ciò che siamo e immaginare ciò che possiamo arrivare a essere", ha segnalato intervenendo in apertura della celebrazione. Donald Trump ha chiesto alla Corte Suprema di bloccare la sua sentenza di condanna per il caso Stormy Daniels prevista venerdì. Lo riporta The Hill. "Questa Corte dovrebbe sospendere immediatamente ulteriori procedimenti presso il tribunale di New York per prevenire gravi ingiustizie e danni all'istituzione della Presidenza e alle operazioni del governo federale", hanno scritto gli avvocati del tycoon nel ricorso.