Santanchè sempre in bilico, sfuma l'intesa sulla Consulta
Un passo indietro. Per questione di opportunità politica. Che potrebbe arrivare però solamente di fronte al secondo rinvio a giudizio, quello considerato più pesante per truffa all'Inps. O comunque non prima del rientro delle dirette interessate da due missioni in Arabia Saudita che inizialmente si dovevano sovrapporre e invece saranno distinte.
In una giornata piuttosto caotica, in cui si sono rincorse voci di ogni tipo, rimane ancora incerto - anche se sembra ogni giorno più segnato - il destino di Daniela Santanchè. Un caso che Giorgia Meloni non avrebbe voluto trovare sul suo tavolo, dove si affollano anche altri dossier irrisolti a partire dall'intesa, da trovare necessariamente anche con le opposizioni, per eleggere i 4 giudici mancanti della Corte Costituzionale.
La premier ne parla con gli alleati, che incontra all'ora di pranzo a Palazzo Chigi. Le stesse ore nelle quali la ministra del Turismo sarebbe stata avvistata al Senato dove, secondo diverse ricostruzioni, avrebbe parlato con il presidente Ignazio La Russa (anche se da Palazzo Madama smentiscono l'incontro).
Del caso Santanchè, dice il vicepremier di Fi Antonio Tajani, non si sarebbe fatto cenno al vertice con Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Sul tavolo ci sarebbe stata la Consulta, su cui a metà pomeriggio si sparge la voce che possa essere arrivato l'accordo.
Gli azzurri al tavolo avrebbero indicato il loro nome (quello di Fdi è, ed è sempre stato, il consigliere giuridico della premier, Francesco Saverio Marini). Ma tra le opposizioni, mentre ai parlamentari azzurri viene sollecitata la presenza in Aula, la notizia di una intesa non trova riscontro. Anzi. Si parla di contatti tra la premier e la segretaria Dem Elly Schlein che avrebbero portato alla necessità di prendersi ancora qualche altro giorno per chiudere il pacchetto di nomi. Quello del centrosinistra dovrebbe essere il costituzionalista Massimo Luciani ma a mancare ancora all'appello sarebbe il quarto nome 'bipartisan' (si è molto parlato nelle scorse settimane di Luisa Corazza e Valeria Mastroiacovo). Sulla rosa di nomi avanzati dalle opposizioni alla fine però non si è trovata la quadra. E per evitare l'ennesima fumata nera in Parlamento la la seduta comune viene sconvocata a rinviata a giovedì della prossima settimana.
Ma nei capannelli in Transatlantico è un altro totonomi a impazzare, quello per l'eventuale sostituzione di Santanchè. In giornata, complice una visita a Palazzo Chigi (con Galeazzo Bignami e ufficialmente per parlare di "autostrade"), salgono i rumors che vedrebbero avvicinarsi al dicastero del Turismo l'attuale presidente dei senatori di Fdi Lucio Malan. Tanto che c'è chi si spinge a ipotizzare addirittura una staffetta, con Malan ministro e Santanchè che potrebbe essere ricompensata con il ruolo di capogruppo. Ma in molti sono convinti che anche quello di Malan, così come quello dell'attuale consigliere della ministra, Gianluca Caramanna, non sarebbero davvero in corsa.
Certo bisognerà vedere anche l'esito della mediazione di La Russa, storicamente amico e sponsor di Santanchè, che ad alcuni amici stretti avrebbe confidato che sarebbe pronta a dimettersi.
Salvo che secondo altri invece non ci penserebbe affatto, come peraltro lei sta dicendo in pubblico e pure con la conferma della sua agenda, che la vedrà appunto a Gedda, in Arabia Saudita, dal 27 al 30 gennaio per l'ultima tappa della nave Amerigo Vespucci. Nel frattempo la Cassazione, il 29 gennaio, deciderà la competenza del procedimento per truffa all'Inps. Se rimanesse a Milano, i ragionamenti che si fanno nella maggioranza, la decisione sul secondo rinvio a giudizio per l'accusa di truffa sulla cassa Covid potrebbe arrivare in tempi strettissimi. Viceversa, se il fascicolo fosse trasferito a Roma, si potrebbe guadagnare qualche altra settimana, forse qualche mese. Sempre che lo stillicidio quotidiano non porti a un addio a prescindere.