05/02/2025 15:01:00

Milano-Cortina -1 anno: Sighel, short track di famiglia

Campione azzurro figlio d'arte: 'Lavoro per medaglia che manca'
Milano-Cortina -1 anno: Sighel, short track di famiglia

Lame e ghiaccio in casa Sighel sono affare di famiglia. Papà Roberto è stato il primo italiano a vincere un titolo mondiale nello short track, lui che a sua volta aveva imparato a pattinare dal padre Mario: e ora Pietro, classe 1999, un oro mondiale in bacheca e sei europei (gli ultimi vinti ai recenti campionati di Dresda, e anche due medaglie olimpiche, argento e bronzo, a Pechino 2022) punta a "chiudere il cerchio" ai Giochi in casa. "Milano-Cortina è l'obiettivo più importante - racconta il pattinatore trentino - ma la pressione è doppia: alla mia prima Olimpiade avevo tutto da guadagnare, qui tutto da perdere e sarà difficile gestire la pressione. Ovviamente l'asticella è alta e voglio vincere i 1000 metri a livello individuale e i 5000 con la squadra. Gli avversari sono tanti, a livello maschile ora dominano i canadesi e poi Cina e Corea sempre fortissimi. Ma noi ci proviamo, lavoriamo sodo per questo".
    Già, praticamente tutti i giorni sul ghiaccio nel centro federale di Bormio dove si allena con il resto della nazionale e condivide l'appartamento con la sorella Arianna, anche lei azzurra dello short track e medagliata agli europei a Dresda: "E' come una sposa - ride Sighel parlando della sorella - stiamo sempre insieme e comunque in nazionale c'è un clima di affiatamento che è andato crescendo". Fino a 19 anni lo ha allenato papà Roberto "che mi ha sempre incoraggiato, dato consigli: avevo provato con altri sport, mi piace tanto la montagna, e quindi arrampicata, ciclismo, judo, ma poi con i pattini è stato feeling grande. A Bormio con gli allenatori della nazionale lavoriamo 2-3 ore la mattina, io faccio sempre un breve riposo e poi ancora ghiaccio, ma ci si allena anche in bicicletta o sui rulli quando il tempo non è favorevole".
    Da Pechino in poi sono arrivati grandi risultati che fanno di Sighel l'atleta di riferimento dello short track: a Dresda"è andata benissimo, direi un risultato quasi storico e sono arrivato nemmeno tropo al top - dice l'azzurro - c'era tutta la mia famiglia ed è stato davvero bello". La marcia verso Milano-Cortina è serrata: a febbraio il grande appuntamento alla Ice Skating Arena del capoluogo lombardo per la tappa del World Tour, vero test event olimpico. Poi i mondiali a marzo in Cina "e tanto allenamento anche in estate, a novembre e dicembre tappe di coppa del mondo che possono qualificare altri atleti ai Giochi". Insomma un programma fitto e poso tempo per fermarsi: "Il mio hobby? Il divano - sorride Sighel, che - ma quest'anno non credo avrò tempo". Gli sport li ama, segue il calcio: "vedo le partite delle squadre che ogni anno mostrano il gioco migliore". Il mito resta "Valentino Rossi, un vero n.1" dice. E ora c'è da inseguire il sogno olimpico: "La medagli a d'oro che mi manca, so che nel mio sport ci sono tante variabili, ma ci metterò tutto. Non a tutti gli atleti capita la fortuna di disputare un'Olimpiade in casa, vincere sarebbe il massimo". E Pietro ci tiene per sé e per la famiglia: "Vorrei vincere per papà, per tutti loro e chiudere così il cerchio dei miei sogni".
   
   

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