05/02/2025 17:24:00

Mattarella: 'Non ci sarà mai la pace finché i diritti umani vengono violati'

Il presidente della Repubblica a Marsiglia, la lectio magistralis all'Università
Mattarella: 'Non ci sarà mai la pace finché i diritti umani vengono violati'

Nel passato "nacque quel complesso sistema di organismi internazionali con al centro le Nazioni Unite, la prima vera organizzazione universale della storia umana, che, seppur tra luci ed ombre, ha perseguito per ottant'anni l'obiettivo primario della pace mondiale, della crescita e diffusione della prosperità, della soluzione pacifica delle controversie. Senza dimenticare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, essenziale tassello di questa nuova architettura. Il grande giurista René Cassin, che di questa Università fu studente e poi professore, coautore della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani del 1948 e premio Nobel per la pace, scrisse, infatti "Non ci sarà mai Pace su questo pianeta finché i diritti umani vengono violati, in qualunque parte del mondo." Il dispotismo dei sistemi di impronta fascista e nazista appariva condannato dalla storia". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un discorso all'università di Marsiglia.


"La crisi economica del 1929 scosse le basi dell'economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, contando sulle risorse di popoli asserviti d'oltremare. Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali". 
"La strategia dell'appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi?", ha detto Mattarella, in un discorso all'università di Marsiglia, in un parallelo tra la situazione tra le due guerre mondiali e quella odierna. "Un abbandono delle responsabilità condusse quei Paesi a sacrificare i principi di giustizia e legittimità, nel proposito di evitare il conflitto, in nome di una soluzione qualsiasi e di una stabilità che, inevitabilmente, sarebbero venute a mancare", ha spiegato.

L'università è il luogo più adatto "per interrogarsi sulla situazione delle relazioni internazionali e sullo stato in cui si trova l'ordine che i nostri Paesi hanno contribuito a definire", ha detto il presidente della Repubblica..

"Spesso, gli squilibri che affiorano hanno radici remote: negli strascichi lasciati dai conflitti del passato. Oppure corrispondono a pulsioni, ad ambizioni di attori che ritengono di poter giocare una partita in nuove e più favorevoli condizioni, con l'attenuarsi delle remore rappresentate dalle possibili reazioni della comunità internazionale e l'emergere di una crescente disillusione verso i meccanismi di cooperazione nella gestione delle crisi. Quegli strumenti nati per poter affrontare spinte inconsulte dirette a riaprire situazioni già regolate in precedenza sul terreno diplomatico".


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