12/03/2025 11:45:00

L'orso bianco era nero, esce libro di Vecchioni sulle parole

Il 25 marzo per Piemme, sulla parola 'unica invenzione umana'
L'orso bianco era nero, esce libro di Vecchioni sulle parole

ROBERTO VECCHIONI, L'ORSO BIANCO ERA NERO. STORIA E LEGGENDA DELLA PAROLA (PIEMME, PP. 272, EURO 20).
    Roberto Vecchioni percorre la storia e leggenda della parola nel libro 'L'orso bianco era nero' che uscirà il 25 marzo per Piemme. "La parola (e l'arte in genere) è l'unica vera invenzione umana, tutte le altre sono scoperte, dalla ruota al bosone. C'erano già, c'erano già tutte, bisognava solo impossessarsene. La parola no, è nata dal nulla" dice il cantautore di Samarcanda, Luci a San Siro, scrittore, poeta, professore di greco e latino per molti anni, ospite fisso di In altre parole di Massimo Gramellini su LA7.
    "Questo libro ha a che fare con la linguistica come io assomiglio a un orso bianco o se preferite nero. Non ho nessuna intenzione di sciorinarvi un'opera corretta, metodica, e men che meno colta, accademica, incomprensibile ai più e infine del tutto inutile a chi sfaccenda pieno di cazzi suoi col tempo che vola. D'altronde non ho neanche voglia di mortificare una scienza (arte?) meravigliosa riducendo tutto all'osso e tirar fuori un 'bigino' per deficienti" racconta.
    "L'intento è un altro: è quello di farvi innamorare. Avete letto bene! Farvi innamorare della parola. Penserete 'questo è matto'.
    Scommettiamo? Sono i miei ottant'anni d'amore, raccolti da decine e decine di fogli sparsi qua e là nel tempo, stipati in block-notes, quaderni, schemi per lezioni, sghiribizzi personali, letture sottolineate, ricerche notturne, confronti, domande infinite, scoperte mai immaginate da altri, un gioco famelico a sapere e chiarire, un'ubriacatura di luci intermittenti, ipnotiche, fatali, perché più ci entravo in quelle parole, più sentivo una foga irrefrenabile a entrarci, e capivo, comprendevo a pieno la 'vera' essenza di tutto, la corposità, la fisicità di quelli che pensiamo solo suoni e invece sono codici risolti perché perfette in noi si rivelino le emozioni, le commozioni nostre e degli altri; le parole sono un groviglio logico di foni, suoni che specchiano l'uomo. Questa era la mia felicità" sottolinea Vecchioni che attualmente insegna Contemporaneità dell'antico all'Università Iulm di Milano.
   

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