Ministri G7 condannano i nuovi insediamenti in Cisgiordania
I ministri Esteri del G7 "si uniscono
all'Onu e all'Ue nel condannare" l'annuncio di Smotrich "che 5
avamposti saranno legalizzati in Cisgiordania. Respingiamo
inoltre la decisione del governo israeliano di dichiarare 'terre
statali' oltre 1.270 ettari in Cisgiordania - la più grande di
questo tipo dai tempi degli accordi di Oslo - e di espandere gli
insediamenti esistenti in Cisgiordania di 5.295 nuove unità
abitative e di realizzare tre nuovi insediamenti". Il programma
di insediamenti "è incompatibile col diritto internazionale e
controproducente per la causa della pace".
"Riaffermiamo il nostro impegno per una pace duratura e
sostenibile in conformità con le pertinenti risoluzioni del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sulla base della
soluzione a due Stati. Abbiamo quindi costantemente espresso la
nostra opposizione all'espansione degli insediamenti e, come nei
casi precedenti, invitiamo il governo israeliano a revocare
questa decisione", si legge in un comunicato.
"Inoltre, il mantenimento della stabilità economica in
Cisgiordania è fondamentale per la sicurezza regionale. In
questo contesto, prendiamo atto degli ultimi trasferimenti di
parte dei proventi fiscali all'Autorità Palestinese, ma
esortiamo Israele a sbloccare tutti i proventi trattenuti in
conformità con i Protocolli di Parigi, a rimuovere o allentare
le misure che aggravano la situazione economica in Cisgiordania,
e ad adottare le misure necessarie per garantire che i servizi
bancari corrispondenti tra le banche israeliane e palestinesi
rimangano operativi con controlli adeguati", conclude il
comunicato.