21/07/2024 19:27:00

FdI agli alleati: 'Mettere da parte le bandierine nell'interesse dell'Italia'

Speranzon: 'Lega-FI? Programma avanti o porremo il tema politico'
FdI agli alleati: 'Mettere da parte le bandierine nell'interesse dell'Italia'

Il duello tra Antonio Tajani e Matteo Salvini impensierisce il partito di Giorgia Meloni, che ora guarda con attenzione alle prossime mosse in Aula. Lo scontro tra gli alleati sul posizionamento europeo, nel quartier generale di FdI viene guardato per lo più con distacco, annoverato come l'onda lunga della campagna elettorale, come il dover spiegare ai propri elettori il rispettivo posizionamento. Ma il clima arroventato in maggioranza ha fatto subito accendere i riflettori su quanto accadrà in Parlamento, dove - a fronte dei numerosissimi decreti ancora da convertire - è necessario che i numeri restino solidi e le fibrillazioni non rallentino l'iter dei provvedimenti.

Le scintille tra Salvini e Tajani? Meloni ufficialmente non parla, ma lo fanno i suoi. A spiegare apertamente la posizione che assumerà il partito è il vicecapogruppo di FdI al Senato (spesso il primo approdo dei principali provvedimenti del governo): "Registriamo una certa fibrillazione determinata dalla campagna elettorale per le europee, con qualche straccio che è volato per la scelta della presidente della commissione. Noi faremo il possibile affinché ci sia la piena disponibilità da parte degli alleati a realizzare il programma elettorale per cui siamo stati eletti nei tempi previsti. Abbiamo un calendario d'Aula fittissimo e delle riforme da portare avanti. Se dovessimo riscontrare una direzione diversa da questa, porremo una questione politica all'interno della coalizione".

Solo una minaccia o una previsione concreta? Tutto dipenderà dall'andamento dei lavori. Per ora il vice presidente del gruppo si limita ad esortare tutti a "mettere da parte le bandierine" di partito "nell'interesse degli italiani". Se "i numeri resteranno solidi non registreremo alcun problema", gli fa eco - a microfoni spenti - un alto dirigente del partito. La preoccupazione è giustificata da un dato oggettivo: nelle Aule parlamentari il rischio inciampo è dietro l'angolo, spesso nascosto tra semplici odg o emendamenti. Sono una cinquantina, ad esempio, quelli presentati dagli azzurri al codice della strada di Salvini. Non è un mistero che il leader della Lega vorrebbe vedere uno dei suoi cavalli di battaglia approvati entro luglio, ma le dichiarazioni del capogruppo in Senato di FI Maurizio Gasparri fanno prevedere tempi più lunghi.

"Ormai ci siamo rassegnati ad un monocameralismo di fatto per i decreti perché c'è il discorso dell'urgenza - afferma -. Ma almeno sui disegni di legge gli emendamenti chiediamo che vengano discussi ed esaminati. Abbiamo messi a punto una cinquantina" di proposte di modifica per il codice della strada "e siamo pronti anche a ridurne sensibilmente la portata. Però su questo disegno di legge, così come su altri, vogliamo poter parlare e dire la nostra". Possibili distinguo potrebbero spuntare su diversi altri provvedimenti: dal dl carceri al ddl Sicurezza. FI ha già messo a verbale la sua contrarietà al carcere per le madri con figli piccoli, la Lega per ora mantiene in piedi - tra le altre cose - la discussa proposta per la castrazione chimica. Ancora da chiarire, infine, se la norma per il Salva Milano, uscita dal dl Casa per disaccordi in maggioranza, entrerà nel decreto Infrastrutture. E poi c'è il tema della guerra in Ucraina e delle armi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto tira una linea netta in un'intervista con La Stampa: "non ho tempo - dice - di discutere con gente che si posiziona a seconda dei like che vuole prendere sui social. Di qualsiasi partito siano - del mio, dei Cinquestelle, della Lega o di altri - guardo certe persone con distacco e disprezzo".

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