Isnart-Unioncamere, crescono prenotazioni e stagione si allunga
Il settore alberghiero ed
extralberghiero quest'estate intravede una crescita nelle
prenotazioni sia rispetto al 2023 che al 2019, mentre la
stagione turistica si allunga. Lo confermano i dati
dell'Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart) per
Unioncamere, secondo cui si prevede un tasso di occupazione pari
all'80% per luglio (a fronte del 75% del luglio 2023), all'82%
per agosto (in linea con l'85% precedente) e al 71% per
settembre (60% lo scorso anno). Evidenze ancora più rosee se
paragonate al 2019, quando l'occupazione era rispettivamente al
69%, al 78% e al 49%.
Tutto ciò nonostante il rincaro dei prezzi nella filiera.
Quasi la metà delle strutture, il 48%, dichiara di aver dovuto
aumentare le proprie tariffe per far fronte all'aumento dei
costi di gestione. La crescita della domanda e l'inflazione le
altre cause dietro questa scelta per il 59% delle strutture al
mare e il 56% di quelle in montagna. I costi aumentano
maggiormente per hotel (59%) e agriturismi (51%), mentre sono
stabili in camping e villaggi turistici (75%). La corsa al
rincaro è più presente a Nord-Est e al Sud e Isole.
È invece boom per gli affitti di alloggi privati, in crescita
del 20% rispetto al 2023 per notti prenotate presso strutture
Airbnb tra luglio e settembre 2024: passano da 10,3 a 12,4
milioni.
Circa un quinto delle strutture ricettive (19%) segnala un
aumento dei turisti stranieri, provenienti da Germania (63%),
Francia (53%) e Regno Unito (44%). I connazionali preferiscono
alloggiare in imprese di campagna (74% sul totale delle
prenotazioni) e nelle località termali (72%). Il 36% delle
strutture in montagna, il 35% di quelle al lago ed il 32% di
quelle nelle città segnalano, al contrario, una prevalenza di
stranieri.
Considerando il periodo giugno-settembre va poi evidenziato
che le prenotazioni provengono nella stragrande maggioranza dei
casi dai grandi portali come Booking e TripAdvisor. Molti
vacanzieri scelgono le scontistiche per chi prenota per tempo,
il cosiddetto advanced booking, che coinvolge il 12% delle
strutture ricettive.
Al momento, oltre la metà delle imprese stima un pareggio di
bilancio per il 2024 (55%), mentre oltre un terzo pensa di
conseguire utili di esercizio, quota che aumenta al 44% per le
strutture alberghiere.
Guardando ai prodotti turistici, pensano di conseguire utili
in bilancio le strutture ricettive in località termali (47%) e
al mare (42%). A livello territoriale, gli operatori più
ottimisti sono quelli del Nord-Est (46%) e di Sud e isole (37%).