18/09/2024 20:12:00

La Fed taglia i tassi di mezzo punto e lo farà ancora

Previsto un calo dei tassi di un altro mezzo punto fino alla fine dell'anno
La Fed taglia i tassi di mezzo punto e lo farà ancora

 La Fed apre una nuova era e taglia i tassi di interesse di mezzo punto, in quella che è la prima riduzione dal 2020. La decisione di portare il costo del denaro ad una forchetta compresa fra il 4,75% e il 5% punta a prevenire che il graduale raffreddamento del mercato del lavoro si trasformi in un completo stop. E mostra la determinazione della banca a centrare l'obiettivo di un atterraggio morbido per l'economia, evitando una tanto temuta recessione.

E, sicuramente, i tassi scenderanno di altro mezzo punto entro la fine dell'anno, decidendo riunione per riunione.

"L'economia è forte e siamo impegnati a mantenerla così forte", ha detto il presidente Jerome Powell osservando come la crescita media del Pil è stimata restare "solida" al +2% con un tasso di disoccupazione al 4,4% alla fine di quest'anno e un'inflazione al 2,1% nel 2025. "I rischi al rialzo per l'inflazione sono calati", ha aggiunto Powell che, mentre Wall Street ha ingranato la marcia positiva e l'oro ha toccato nuovi record, ha osservato come l'approccio paziente adottato dalla Fed nell'ultimo anno ha dato i suoi frutti sul fronte dei prezzi. Nell'annunciare la sua storica decisione, la banca centrale americana ha ribadito il suo "impegno alla massima occupazione e a un'inflazione al 2%", ovvero gli obiettivi stabiliti nel suo mandato.

"Abbiamo guadagnato una maggiore fiducia in merito a un calo sostenibile dell'inflazione verso il 2%, e riteniamo che i rischi per centrare i nostri obiettivi sull'occupazione e l'inflazione siano più bilanciati. Le prospettive economiche sono incerte, e saremo attenti ai rischi", ha assicurato la Fed nel comunicato diffuso al termine della riunione, dal quale emerge che la decisone non è stata unanime. La governatrice Michelle Bowman, infatti, avrebbe preferito un taglio di un quarto di punto. 


   

Entro la fine dell'anno, la Fed stima un ulteriore calo del costo del denaro di mezzo punto, probabilmente 25 punti base per ciascuna delle riunioni rimanenti per il 2024.

Dopo un'aggressiva campagna di rialzi dei tassi (11 dagli inizi del 2022) per fermare la galoppata dell'inflazione, la banca centrale ha aperto l'era dell'allentamento monetario, tendendo la mano agli americani alle prese da anni con un elevato costo del denaro che ha reso i mutui e le carte di credito più costosi, rallentando allo stesso tempo il mercato immobiliare. La sforbiciata è anche destinata ad accelerare la crescita degli investimenti, anche se ci vorrà del tempo per vederne gli effetti.

Il taglio insomma aiuterà l'economia a due mesi dalle elezioni americane, esponendo la Fed a critiche. Con al decisione odierna infatti la banca centrale scontenta quei democratici che chiedevano un taglio di 75 punti base e tutti i repubblicani che premevano invece per rimandare ogni decisione a dopo il voto. "Questo taglio dimostra che Powell ha atteso troppo per tagliare i tassi", ha commentato la senatrice liberal Elizabeth Warren, chiedendo ulteriori riduzioni del costo del denaro. La prossima riunione della Fed cade proprio il giorno dopo le elezioni, liberando le mani alla Fed anche se i risultati - secondo gli osservatori - non saranno ancora noti.

Per la Fed il taglio in un contesto di economia solida ma in rallentamento. Mai in passato si è trovata infatti in un simile situazione. L'obiettivo di Powell è quello di un atterraggio morbido, che sarebbe una vittoria per la Fed. Negli ultimi sei cicli di allentamento monetario dal 1989, solo in due casi - nel 1995 e nel 1998 - la banca centrale americana è riuscita a evitare una recessione. In ambedue i casi alla guida c'era Alan Greenspan mentre Jerome Powell spera di centrare il suo successo. Il mercato azionario e quello dei bond anticipano che la Fed centrerà un soft landing stile 1995, e il taglio da mezzo punto sembra puntare - secondo gli osservatori - proprio in questa direzione.

 Wall Street avanza dopo la Fed, la cui decisione spinge anche l'oro a nuovi record. Il Dow Jones sale dello 0,25% a 41.712,60 punti, il Nasdaq avanza dello 0,61% a 17.736,85 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,28% a 5.650,34 punti. Le quotazioni dell'oro salgono dello 0,8% a 2.590,13 dollari. 

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