13/12/2024 17:18:00

Vera o falsa? Anastasia risolve il dubbio pirandelliano

Bellone regista del musical. Bella scenografia, bravi cantanti
Vera o falsa? Anastasia risolve il dubbio pirandelliano

(di Francesco De Filippo) Scenografia scintillante con spunti divertenti e intelligenti soluzioni e cantanti e attori molto bravi: è "Anastasia. Il musical" in scena al Teatro Rossetti di Trieste. Lo spettacolo calca con collaudata sicurezza lo stage tra gli sfarzi della corte Romanov a San Pietroburgo/Leningrado e un regime bolscevico che la spodesta militarmente ma che non infiamma il popolo anche se nasconde un cuore sotto il rigore della divisa. È il 1916, lo zar Nicola festeggia i 300 anni della dinastia dei Romanov al potere, quando irrompono le bandiere rosse dei rivoluzionari. Anastasia è la storia (forse) vera della granduchessa Anastasija Nikolaevna Romanova, quartogenita dell'imperatore Nicola II di Russia e dell'imperatrice Alessandra, una famiglia sterminata dai bolscevichi.
    Solo sulla sorte di Anastasia rimase inizialmente qualche dubbio poiché non si trovò il corpo e si pensò che potesse essere sfuggita al massacro. Un'ipotesi che schiuse vari scenari con donne che si spacciarono per la Romanov: Anna Anderson, Eugenia Smith, Magdalen Veres e soprattutto Ivanova Vasileva di cui non si è mai riusciti a rintracciare la provenienza.
    In Anastasia al Rossetti una ragazza, Anya (Sofia Caselli), che ha perso la memoria e ha girovagato per la Russia, a Leningrado conosce Dimitri (Cristian Gatto), uno spiantato che si arrangia nella società disorientata post zarista, e il conte decaduto Vladimir Popov (Nico Di Crescenzo) truffatore e geniale. I due le propongono di fingere di essere Anastasia e raggiungere Parigi per incontrare Maria l'imperatrice (Carla Schneck) riparata in Francia, nonna della granduchessa. Se la sovrana la riconoscerà come la nipote offrirà una ricompensa a chi le ha condotto la ragazza. La giovane accetta e, proprio perché senza più memoria, si trova davanti a un bivio pirandelliano: è davvero una Romanov o è una ragazza che non saprà mai nulla di se stessa? Vorrebbe saperlo anche Gleb (Brian Boccuni), ufficiale rivoluzionario che indaga sul caso e che di Anastasia è innamorato.
    Solo al termine si saprà quella che potrebbe essere la verità (non storica) e che il pubblico intuisce nello svilupparsi dello spettacolo tra scene rutilanti, ologrammi, treni che attraversano l'Europa verso la capitale francese e una comunità di nobili russi che si incontra in un locale parigino, la Neva, dove con il bere tentano di sfuggire alla nostalgia.
    Presentato dai produttori di The Phantom of the Opera e firmato dallo stesso regista, Federico Bellone, Anastasia è a Trieste (fino al 15 dicembre 2024) in anteprima nazionale, con le musiche di Lynn Ahrens e Stephen Flaherty e il libretto di Terrence McNally, tratto dal cult di animazione del 1997 e dal film Premio Oscar del 1957 con Ingrid Bergman.
    Lo spettacolo esercita un forte richiamo su Trieste a giudicare dal teatro sempre sold-out. Sul palco si esibisce una ventina tra attori, ballerini, cantanti.
   

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