Onu, 77mila civili coinvolti nel conflitto tra Eln ed ex Farc
Oltre 77.000 colombiani sono stati
travolti dalla crisi umanitaria nata a seguito del conflitto
deflagrato due settimane fa tra guerriglieri dell'Esercito di
liberazione nazionale (Eln) e dissidenti delle disciolte Forze
Armate rivoluzionarie di Colombia (Farc) nella regione di
Catatumbo. Lo riferisce l'ufficio per il coordinamento degli
affari umanitari dell'Onu (Ocha).
Il numero include 51.938 profughi costretti a lasciare le
proprie case per sfuggire alla violenza e 25.302 persone - tra
cui circa 400 indigeni delle tribù Barí e Sakacdú - rimaste
confinate nelle proprie case o isolate nei villaggi più remoti
teatro dei sanguinosi confronti.
Nonostante le operazioni militari lanciate dal governo di
Bogotà nella regione al confine con il Venezuela, riferisce
l'Ocha, le forze armate non riescono ad accedere alle aree più
remote dove si registra il conflitto per fornire risposta
umanitaria e garantire l'accesso ai meccanismi di protezione per
la popolazione colpita.
"Le limitazioni di accesso derivano dalla mancanza di
infrastrutture stradali e dalla presenza di campi minati",
riferisce l'Ocha. Sebbene la decisione del governo di Gustavo
Petro di decretare lo stato di emergenza "abbia permesso di
adottare misure eccezionali per ristabilire l'ordine e assistere
i profughi, dispiegando la forze pubbliche" resta forte la
preoccupazione "per l'uso di ordigni esplosivi improvvisati
sulle strade principali, che generano danni e nuovi rischi di
emergenze umanitarie", conclude.